giovedì 25 novembre 2010

Ettore




Occhi che sai già che tornano,non mi lasciano,non mi tradiranno mai. Come nessuno mi ha voluto mai,dammi tanto quanto ti darò.
Dammi ancora.
Non fare scene,lo sai che ti voglio bene! Stasera dormiamo insieme,così ci coccoliamo un po'.
Tu sei leale nel bene e nel male,fedele totale. La cosa più bella che ho!
Tu mi sopporti con tutti i rapporti contorti che ho,tu mi conforti un bel po'.
Basta una carezza,tanto hai la certezza che non so dirti di no. Non ce la faccio.
Manda via i fantasmi mentre dormo e tienili a bada di giorno,e io quando esco ritorno.
Adesso siamo insieme... e chi ci tiene,chi ci divide più?
Mi ricompensi con quei sospiri immensi e intensi sguardi,ma non mi parli.
Vorrei sapere a cosa pensi,se tu sapessi... ma non conosci pena e pietà.
Fai parte di un'altra realtà.
Mi commuovi,occhi buoni. Non porti rancori e perdoni a priori,vai fuori per me.
Ogni gesto è spinto dall'istinto,per questo mai finto. Per questo mi hai vinto!
Dimmi quanti baci vuoi che te li do. Non ti stanchi mai però...!
Sei il primo sorriso al mattino,l'ultima faccia che stropiccia il cuscino. È questo che traccia un destino.
Dammi,dammi ancora. Non so come ho fatto finora! Sei tanta roba,io non conosco una sola persona più buona,che mi approva e consola,o almeno ci prova... come ci provi tu!
Dammi,dammi ancora con la stessa foga. Mangiami la noia che non ne potevo più.
Tu cerchi qualcosa,quella pazza gioia contagiosa.
È che sono solo un po' invidioso. Perché hai la coda...

martedì 23 novembre 2010

Pecunia non olet

 
Ultimamente devo rinforzare l'autostima e questo e' il posto giusto. 
Franco e' uno degli scultori che espone,Cinzia la fidanzata. Poi ci sono Emilia,Anto e Nico,Silvia che e' da sola da quando e' stata mollata per Barbara che e' la giornalista dell'evento. A sua volta Barbara e' tradita con Catia,la sua migliore amica. Catia pero' presta la casa alla cornuta per incontri fugaci con il suo ex. Una mano lava l'altra o tutto ha un prezzo?
E in questo caso come si stabilisce il prezzo?
E' il place to be della stagione,il luogo in cui bisogna essere. E' imperativo. 
Infatti il buffet e' inavvicinabile,presidiato da vecchie carampane che continuano a spingersi in bocca cibo ma con il mignolo alzato. Tres chic!
Il nero e' indispensabile e anche io indosso il total black di Boss su cui stonano cravatta e anfibi gialli. 
Mi sono messo anche il profumo ma al terzo Negroni non mi da più fastidio. La parola d'ordine e' confondersi nel branco,ci sono dei vantaggi. Come l'open bar. 
Franco invece mi e' simpatico,non scolpisce forme ma lo spazio che esiste tra due corpi e lo interpreta. Lo trovo geniale. 
Gli chiedo come sceglie il nome delle sue opere. Hanno un numero. 
Come si fa a stabilire il prezzo? Dipende dalla mia necessita' di essere libero. 
Mi sa che ci dovrò pensare...
 

lunedì 8 novembre 2010

Mangiare tardi fa bene

-Quando e' stata l'ultima volta che hai detto ti voglio bene?
-Quando e' stata l'ultima volta che ti sudavano le mani e non sapevi cosa dire?
-Quando e' stata l'ultima volta che hai aspettato un bacio? 
Gege prepara delle frittelle con l'uva fragola che mi spaccano. Rimango sempre con lei mentre le prepara ma non sono mai riuscito a farle così buone. 
Gli altri sono in giro per la loro casa nuova e io rimango li. 
Non usa frullatori,fruste o diavolerie varie. Usa solo un cucchiaio di legno. 
Mescola piano gli ingredienti. Mescola e parla. 
Parla tanto la Gege,spesso mi cazzìa ma non e' mai arrabbiata. 
Mi sgrida col sorriso e quei rimproveri vanno giu' come le sue frittelle. Scaldano. 
-Quando hai permesso a qualcuno di dire aspettami?
-Tu sei materiale resistente ma vai troppo forte. 
•Non mi sembra... Ma lei sta già guardando da sotto gli occhiali. 
Passami quelle uova,và... E pulisce il cucchiaio con le dita. 
Gege fa tutto con le mani,e' brava a farlo. Io no.
Sa dare forma alle cose con quelle mani,sa modellare. 
Alle due di notte rimaniamo a guardarci parlando di altro alla luce della cappa e so già che quelle mani levigheranno certi spigoli di questo materiale resistente. Che le sue frittelle lo ammorbidiranno.
Si pulisce sul grembiule e finisce come tutte le volte,quando sa che ho capito: sei la mia condanna ma meriti di essere felice. 
E a me non importa di puzzare di fritto. 

giovedì 4 novembre 2010

TU?!



Le buone abitudini migliorano la giornata,come le sorprese. Il caffè al bar sotto casa con il barista impiccione,il giornale prima di entrare al lavoro,attraversare il corridoio per arrivare a prendere la chiave del mio studio. L'odore di archivio dello sgabuzzino,ispezionare la sala d'aspetto con un'occhiata.
Ma oggi c'è una sorpresa. Una sorpresa per me.
Dopo il saluto lo trovo seduto proprio davanti a me e lo ascolto.
Come si possono ascoltare solo i grandi,non ho impegni in mattinata e posso accomodarmi. Posso ascoltarlo.
Ci siamo intravisti nei corridoi,ci siamo salutati. Sono andato a chiedere consiglio,abbiamo chiacchierato al bar prima di un incontro.
Nascondo il giornale e spero di non avere le briciole della colazione sulla barba.
È uno dei grandi vecchi,un membro del gotha,uno di quelli che la 180 l'ha costruita. Io vorrei essere altrove.
Ma anche qui,perché per la prima volta mi parla di se,lui che è stato il mentore dei miei superiori.
Un saluto l'ultimo giorno e la cena prima di Natale;aveva ritirato la targa in quella occasione. Mi avevano detto.
Si era ritirato un anno fa in pensione,in silenzio. Poi un infarto mentre andava in bicicletta al parco,poi la malattia,poi il ritorno alla normalità.
A sessantatre anni vuole tornare ad andare in bici e non si sente ancora in perfetta forma.
Io ascolto,commento,rido alle sue battute e sono sorpreso nell'apprendere certe notizie. È sincero,io non lo sono. Non del tutto almeno.
Sono adeguato,ho imparato l'uso della lingua italiana per questo motivo. Mi salva dall'esprimere emozioni quando sono inopportune,così questa confidenza inaspettata è lusinghiera,così come un film è esilarante.
Ma il grande vecchio è indulgente e sta al gioco,così parliamo come due uomini che si stimano. Lui mi interroga a volte,io rispondo ma io continuo a non capire.
Solo prima di uscire,sulla porta,ringraziandomi per il tempo che gli ho dedicato mi allunga il suo biglietto da visita e mi chiede se può fissare un appuntamento.
Me l'hai fatta sotto il naso Ermanno!
Ma gli sorrido.

lunedì 1 novembre 2010

Giochi per adulti

E in effetti le cose occupano sempre i posti che competono loro,le bollette per esempio stanno sempre sul piano della mia cucina,così vedo la scadenza.
La maggior parte delle persone che mi conosce. Che mi conosce bene,intendo.
Sa che ho la tendenza a rimandare certe cose,come il pagamento delle bollette o certe telefonate.
Per le bollette non è un problema,c'è la data di scadenza,il termine ultimo.
Per le telefonate invece no,non sempre almeno,così portano pazienza se non mi faccio sentire per qualche tempo.
Poi quando mi faccio sentire,o siamo a parlare la sera dopo una cena,mi arriva la bordata. Che è mica da roba da niente.
È sempre una roba,un particolare,a cui non avevo prestato attenzione o che avevo escluso ritenendolo irrilevante per sistemare dentro di me la questione.
È il “...si però...”
E a quel punto capisci che la cosa non è mica tutta come la immagini,così mi tocca ritornare sui miei passi. Riaprire il dossier.
E qualche volta c'è la bella sorpresa di trovare delle istantanee,delle immagini care per qualche istante.
Allora rimango con l'album sulle ginocchia,a sfogliarlo ancora un po' e capisco che non è ancora da archiviare. Che può ancora rimanere sul piano della cucina insieme alle bollette da pagare e le liste,che non è ancora arrivata da data di scadenza.
Che fa ancora parte del mio presente,che non è solo da ricordare.
Laura Gio e Moreno questa è per voi.