lunedì 2 luglio 2007

Requiem per un padre ancora non morto.

E per ultimo ho messo il fazzoletto nel taschino della tua giacca nera.
Lascio le finestre tutto il giorno spalancate,l'aria fresca qualche cosa mi farà.
Sembra tutto facile la sera,quando devo addormentarmi,la mattina poi chissà...
Soltanto il sogno ti da infinite possibilità,ancora un attimo e poi ci risvegliamo proprio dentro noi.
Lascia pulite le stanze,che ci voglio dormire ancora.
Vedo nel vetro le stelle cadere ogni ora,anche senza di te. Ti ho lasciato senza parlare,senza accorgermi che era tutto perduto.
Ma se chiudi gli occhi il tuo sangue si gela all'istante,sento il ghiaccio che cola dai miei occhi.
Seguo le mie inclinazioni e guardo troppo gli alberi d'inverno. Sono stupido,lo so.
Sembra di restare un po' più a galla se affoghiamo i dispiaceri dentro un po' di oscurità. È come avere magia e non sapere farla andare via...
Il mondo gira con me,gli sorrido senza chiedermi il perché.
Lasciamoci senza parlare,non ti accorgi che è tutto perduto? Se chiudi gli occhi il tuo sangue si gela all'istante,vedo il mio ghiaccio che cola dentro la tua bocca.
Sai,per quanto bello sia,soffrire di un'idea,di te che non ci sei più,è controproducente come piangere per niente. Eppure questa è la poesia!
Ha ragione la città che fa rumore e da la voglia di andar via;è come avere dentro una marea che sale contro,è come un'onda nera che trasforma tutto i sera.
Vedo nel vetro le stelle cadere senza di te. Lasciamoci senza parlare,non ti accorgi che è tutto perduto? Ma se chiudo gli occhi il tuo sangue si gela all'istante,vedo il ghiaccio che cola dentro la tua bocca,ancora.