giovedì 28 ottobre 2010

the customer you've dialed is unavailable at the moment




Proprio vero che con l'età si ritorna bambini,ma in modo diverso.
Così mi ritrovo tra le palle anziani con entusiasmi giovanili che spingono,per arrivare dove non si sa. Che usano cellulari e viaggiano in aereo con la stessa disinvoltura mia.
Con una leggera differenza,i segni dell'età. Perché il processo di decadimento fisico e mentale potrà anche essere rallentato ma non fermato.
Così abbiamo manipoli di rimbambiti che attraversano il mondo sbracciandosi e spingendo i tasti rumorosi dei cellulari,che telefonano alla figlia in ansia appena scesi dall'aereo,anzi alcuni non aspettano nemmeno sia fermo.
I nostri vecchi fremono,alcuni almeno. Mandano sms e mail,sono aggiornatissimi e in genere hanno le opinioni che ricevono dai talk show che seguono in tv. Perché bei film non ne danno più...
E la velocità sembra un valore aggiunto.
È questo quello a cui sto pensando quando nel caldarium Omar mi sta aiutando con il savonage e riscopro il piacere del fare le cose con lentezza.
Bevo il tè con un avvocato inglese divorziato che è in vacanza qualche giorno con i figli.
Nell'hammam il tempo si rallenta,dopo la doccia lo scrub,poi di nuovo la doccia.
E mi piace quell'acqua calda e il vapore.
Omar è un uomo piccolo e solido. Per un momento ho temuto di essere affidato a un altro,un nilotico.
Vien mon ami... mi chiama per il massaggio. E intanto gli studio il cranio e la forma. È regolare e tondo,segno di capacità di astrazione.
Sul lettino gli affido il mio corpo perché se ne prenda cura. Non è da riparare,ha solo bisogno delle attenzioni che di solito non gli presto.
E lui lo fa bene,non c'è nulla di erotico,non ci sono attese o aspettative.
Che faccia quel che ne sa farci,glielo affido e gli sono grato.
Io mi ritiro in un luogo più interno a riposare.

martedì 19 ottobre 2010

Esculapio sulla bilancia




















-Si accomodi dottore.
-Mi chiami pure Fulvio.
-Si dottore,sa... se vuole la chiamo Fulvio.
-È che vorrei farti capire delle cose di me,ma non vorrei farti fare troppa fatica.
È che certe cose le devi capire al volo,altrimenti ciao.
Perché se ti fai chiamare geometra,sei proprio un geometra. Come dire... un po' quadrato.
Così come se fai lezione citando autori o declamando in latino è facile che tu non abbia capito un cazzo delle cose che mi stai dicendo. E mi annoi anche un po'.
Perché per far passare l'idea basta attirare l'attenzione,si stimola la curiosità. Li si che stai attento. E poi ci pensi.
Perché se non stai attento le cose mica le capisci bene. O forse no?
Capita a tutti di incontrare quei personaggi da avanspettacolo che capiscono tutto di te da come tieni il cellulare in mano. In genere sono esperti di iChing,mangiano vegetariano,sono almeno da 15 anni in analisi e quando l'analista gli dice che il percorso è finito ne trovano un altro e ricominciano da capo. Sono informatissimi su tutte le psico-stronzate di Morelli e sono alla perpetua ricerca della felicità che trovano dopo ogni fottuta seduta di aromaterapia. Ma non dura.
E sono talmente presi dalla felicità che hanno appena pagato che ti tormentano con soluzioni esistenziali.
E tutto inizia con: Non ti vedo niente bene.
Oppure: Quello che stai facendo dice davvero molto di te.
Da quel momento sanno tutto di me... e io li lascio spiegare. Li lascio citare e mi annoio un po'.
Poi delle volte,rare a dire il vero,qualcuno mi parla con il cuore in mano e le mani dietro la schiena. Cercando di completare quell'esercizio di naturalezza che è la vita.
E io sto attento a capire da che parte sta il cuore.

lunedì 18 ottobre 2010

a tavola...

La casa è il tè.
Si,ci sono le bollette e le lenzuola da cambiare,ma il tè mi fa sentire davvero a casa.
La casa è la cucina.
Quando entro in una casa nuova alla cucina do sempre un'occhiata. E non mi piace stare in salotto,voglio stare seduto al tavolo della cucina.
Voglio sentire gli odori e il disordine di chi cucina. Voglio riempirmi gli occhi di quella vita.
E anche il tavolo mi piace,ce ne stiamo seduti con le braccia conserte e gli occhi vicini,ad ascoltare la vita. Perché ogni vita è bella da sentire.
E così ascolto anche la vita di Carmen che ha ammazzato la madre con ottantasette coltellate e capisco che la vita non le può fare più niente. E sono contento per lei.
E ascolto Franca che si accontenta di avere un marito per frequentare le stesse persone,che lo tradisce, ma lo fa perché dopo tanti anni non è più la stessa cosa. Ma lo ama. E mi dispiace per lei,perché accontentarsi deve essere sempre un po' triste.
E ascolto Micky che è stata delusa e si chiede,mi chiede,se non siamo noi a sbagliare e a volere l'amore che fa ridere e stare bene. Io le rispondo che dovrebbe frenare,le mi risponde che sono io che devo lasciarmi andare di più.
E sono felice di sentirla così vicina.
E ascolto mia madre mentre prendiamo il caffè e lei spegne la televisione,e mi parla di tutta quell'infinità di piccole cose che fanno una vita. Quella stessa infinità di cose che lei e mio padre hanno cercato di coltivare in me. E sono grato perché non avrei potuto avere genitori migliori.
E ascolto Moreno,che è un ometto. E si farà uomo presto. E sono contento di poterlo vedere mentre matura. E spero il meglio per lui e Gio.
E qualche volta sono al tavolo da solo. Ad ascoltare la mia vita.
Per questo bevo il tè,perché si beve lentamente.

venerdì 8 ottobre 2010

che giornata!

Alle 13 circa la vocina dell'impiegata della banca mi avverte di un possibile uso fraudolento della carta di mia madre e io tralascio di dirle che mia madre la usa anche per tirare fuori certi cd,ha le unghie deboli e si spezzano. Devo passare domani a ritirare la carta nuova.
Poi chiama lei,la mamma,un'arzilla ottuagenaria che si spara ottanta km per andare a tagliarsi i capelli,ma sembra che solo li sappiano usare le forbici.
È rimasta a piedi con la macchina. Devo andare a prenderla perché,si sa,Jaguar non da più la stessa assistenza. Non posso ho pazienti in studio,chiamo un carro attrezzi...
“Ti voglio bene mamma...” risposta: “Si” click.
Poi arrivano le mail di Sara perché devo passare in segreteria per consegnare il registro presenze e i compiti corretti. A Sara si obbedisce,punto.
Laura mi chiama per disdire la cena,ha non so che problema e deve passare dalla commercialista. Mi richiamerà.
Mara entra solo con la testa in studio e mi ricorda la riunione di lunedì al CSM: “tu non hai la faccia da educatore...” Ah no? “No,ne parliamo dopo la riunione,ho un lavoro da proporti.” E a me tremano le vene dei polsi.
Margherita passava di la e voleva sapere come sto,ma le squilla il cellulare e non ho il tempo di rispondere. Esce e non la rivedo più.
Esco a prendere un caffè con Monica che mi “deve” presentare la nuova fidanzata che non mi da nemmeno la mano,loro sono di corsa e non si possono fermare. E in effetti la mano se me la dai me la tengo almeno una mezz'oretta.
Arriva mia madre,spettinata,brutto segno. Mi comunica che mangeremo insieme a cena,pessimo segno. A casa mia,segno funesto.
Che è un appartamento di fascino,come dice lei. È praticamente un monolocale e per lei è sempre in disordine. “Ma se sei contento tu...”
Claudio mi ha detto che frequento troppe donne,dovrei frequentare più uomini.
Come si fa?