martedì 14 settembre 2010

Andrea



È universalmente risaputo che non sopporto bambini,cuccioli,nani e che se sorrido loro è solo per convenzione sociale e per non incappare nelle stesse argomentazioni. Eppure c'è ancora qualche furbetto che per levarsi lo scassacazzi consanguineo da davanti ai coglioni recita: Vai a giocare con zio Fulvio...
E quello arriva,eccome se arriva. Di corsa.
All'inizio è semplice,lo è sempre all'inizio. Tira la palla,prendi la palla,nascondi la palla. Come con il cane di mia madre. Poi lei scodinzola e ti da tregua...
Lui no,lui continua e si arrampica non ancora conscio dello sviluppo delle gonadi in età adolescenziale. Si arrampica e ci salta. Ma è un bambino...
E' anche vero che io presto il fianco al resto. Per esempio la barba. Ancora non ci sono evidenze certe,ma pare che tirare la barba sia insito nel genoma umano. Come facevano gli ebrei. E così il bambino segue l'istinto e infila quelle manine piccole anche dentro i pori della pelle e tira con quanta forza ha. Ci si appende.
Sono convinto che il principio delle bilama Gillette si basa sull'osservazione dei bambini che strappano la barba a me. Ci saranno telecamere nascoste!
Alla fine non ce la fai più e ti alzi e lui si rattrista.
Perché è così che imparano subito a ricattarti.
Allora gli proponi di andare a mangiare un gelato,lo porti fuori con il pio desiderio che o il gelato o l'aria condizionata che gli spari sulla faccia gli provochi una tracheite catarrosa istantanea;e per allontanarti da quello grosso,l'adulto. Quello che io adesso... odio.
E poi potrebbe anche scapparmi mentre attraversiamo la strada.
Così inizia la fase di vestizione del bambino. Una cosa infinita in cui solo le madri possono fare qualcosa. I padri lo agitano come un pupazzo gnappo e te lo consegnano un po' stazzonato.
E quella belva che contrattava oltre al gelato anche un'altra dozzina di cose a cui il padre dice sempre si. Ovviamente.
Direbbe si anche se chiedesse di portare a casa un dingo australiano o un narcotrafficante pur di riacquistare la stazione eretta per un po' di tempo. Perché i bambini ingobbiscono.
Quella belva di colpo tace,stringe la manina nella tua e tace.
Cerchi di intrattenerlo in conversazione ma quello tace sempre,ti guarda e tace.
Allora alzi lo sguardo, perché il vantaggio di portare in giro il bambino, è che un uomo col bambino per mano piace. Poche storie.
Proprio mentre racconti qualcosa lui trova il negozio di gelati e tira e saltella.
Lo devi tirare su perché il bancone è troppo alto, e mentre lui sceglie tra tutto quel ben di Dio,almeno due o tre badanti rumene hanno fatto l'ordine.
Alla fine sceglie. I soliti due gusti.
Gli passo il cono e lui lo riceve come si riceve il carisma,il tempo di pagare e quando mi giro ha il gelato perfino sul naso. Accidenti a lui. E' bello vedere quegli occhi felici,fa sperare di esserlo.
E in fondo anche io ordino sempre la stessa pizza.

1 commento:

Unknown ha detto...

Finale dolcissimo . Ma tu non sei figlio unico? Dino