lunedì 18 ottobre 2010

a tavola...

La casa è il tè.
Si,ci sono le bollette e le lenzuola da cambiare,ma il tè mi fa sentire davvero a casa.
La casa è la cucina.
Quando entro in una casa nuova alla cucina do sempre un'occhiata. E non mi piace stare in salotto,voglio stare seduto al tavolo della cucina.
Voglio sentire gli odori e il disordine di chi cucina. Voglio riempirmi gli occhi di quella vita.
E anche il tavolo mi piace,ce ne stiamo seduti con le braccia conserte e gli occhi vicini,ad ascoltare la vita. Perché ogni vita è bella da sentire.
E così ascolto anche la vita di Carmen che ha ammazzato la madre con ottantasette coltellate e capisco che la vita non le può fare più niente. E sono contento per lei.
E ascolto Franca che si accontenta di avere un marito per frequentare le stesse persone,che lo tradisce, ma lo fa perché dopo tanti anni non è più la stessa cosa. Ma lo ama. E mi dispiace per lei,perché accontentarsi deve essere sempre un po' triste.
E ascolto Micky che è stata delusa e si chiede,mi chiede,se non siamo noi a sbagliare e a volere l'amore che fa ridere e stare bene. Io le rispondo che dovrebbe frenare,le mi risponde che sono io che devo lasciarmi andare di più.
E sono felice di sentirla così vicina.
E ascolto mia madre mentre prendiamo il caffè e lei spegne la televisione,e mi parla di tutta quell'infinità di piccole cose che fanno una vita. Quella stessa infinità di cose che lei e mio padre hanno cercato di coltivare in me. E sono grato perché non avrei potuto avere genitori migliori.
E ascolto Moreno,che è un ometto. E si farà uomo presto. E sono contento di poterlo vedere mentre matura. E spero il meglio per lui e Gio.
E qualche volta sono al tavolo da solo. Ad ascoltare la mia vita.
Per questo bevo il tè,perché si beve lentamente.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Non ho voglia di guardare oltre le righe di quello che scrivi ma mi limito a pensare al tuo piacere nell'ascoltare le esperienze altrui in cucina sorseggiando un buon te (io avrei preferito un caffè). Rammento il piacere che provavo anche io quando frequentavo le cucine (che erano i loro salotti) delle amiche studentesse Marcella, Patrizia, Carmen, Franca, Gianna, Nicoletta, Ottavia tutte storie, tante storie e ragionavamo insieme di come saremmo diventati da grandi , 25 anni dopo. Allore ero felice anche oggi ma in modo diverso. Un bacio Fulvio

Fulvio ha detto...

Grazie

Roger ha detto...

Emozioni