domenica 13 novembre 2011

1.30 a.m.

È l'una e mezza di notte quando arrivo a casa di mia madre.
Sono arrivato di corsa perché ha un forte mal di testa e sforzi di vomito,quando le misuro la pressione è 270 su 140. Chiamo l'ambulanza.
È l'una e mezza di notte,tutto è tranquillo anche in casa. Io sono tranquillo,è solo un episodio ipertensivo.
Marco tre mesi fa le ha fatto la coronarografia,è tutto a posto. E di lui mi fido.
La caricano e partono.
Io rientro per chiudere la casa e vedo la sua vita negli oggetti che sono stati gli stessi miei. Prendo un cambio,calmo il cane,spengo le luci e parto.
In auto mi ricordo quando uscirono a dire a mio padre che sua mamma era morta. Ero li con lui. Quando ha capito ha esalato un respiro profondo,lungo,un respiro che faceva male a sentirlo.
In auto mi preparo a sentire questa notizia,lascio diffondere questo inchiostro dentro di me. Sono tranquillo.
Percorro il corridoio per arrivare all'ambulatorio di medicina del pronto soccorso,accelero sempre di più e arrivo quasi correndo.
Quando entro sono in tre attorno a lei.
Stanno finendo con l'elettrocardiogramma,un altro sta preparando per i prelievi.
Il medico mi riconosce,si chiama Elena,è un'amica di Marco. Ci vediamo solo a certe cene ma sono contento che sia li.
-è la tua mamma?
-si.
Io e Elena ci avviciniamo alla scrivania,mentre quello di prima attacca la febo.
Rispondo alle domande,non parliamo di altro. È un ottimo ospedale.
Mentre la portano fuori mi rendo conto che non ero tranquillo.
Elena mi chiede se sto bene,si sto bene. Ci parleremo dopo.
Dopo una mezz'oretta mia madre si addormenta sul lettino,sta passando il dolore e il mio inchiostro sta svanendo.

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