giovedì 3 febbraio 2011

Giù la maschera!

Silvia colleziona maschere,le compra. In Africa,in Oriente,ovunque.
Le compra e le appende. E in effetti mi rendo conto che ha un senso.
Silvia è uno storico dell'arte,i suoi corsi all'università sono molto seguiti e penso sia una ottima insegnante.
È sopravvissuta a un cancro,non ha mai smesso di fare progetti anche quando era gialla per la chemio e anche se triste non l'ho mai vista smettere di sorridere,anche quando è morta la sua gemella.
Quando ho la fortuna di visitare mostre d'arte con lei mi sento onorato,è travolgente. Alla mostra di Dalì sono rimasto senza parole,anzi spesso lei lascia senza parole.
Ha un fidanzato,un pescatore,in Liguria. Quando lo conobbi mi chiesi cosa ci avesse trovato in lui.
Lei è sicuramente affascinante,ancora bella,di ottima famiglia meneghina,una cultura finissima... alla fine non ce l'ho più fatta e gliel'ho chiesto.
La risposta è stata cortese,sorridente e concisa come il suo solito: E' stato il primo uomo in vita mia che è riuscito a guardarmi dentro.
Mi sorride e continua... “mi vede”.
Certo avere la fortuna di incontrare qualcuno che ti guarda dentro senza scrutare è una grossa fortuna. A me spaventa anche un po' ad essere sincero.
Al di la dell'aspetto antropologico dell'uso delle maschere nelle diverse culture mi viene da pensare alla mia.
Come nel romanzo di Mishima è forse vero che non esistiamo se togliamo questo paravento? Che siamo così fragili?
A livello razionale penso di si. Ma ricevere in dono questa intimità non è forse il premio per l'attenzione che si presta per qualcuno che senti vicino,per cui vale la pena rischiare?
E ripenso a Silvia e Stefano che si amano senza pudore.
E penso che Stefano sia più fortunato di me,che per rimanere senza parole gli basta guardarla.

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